Questa volta la domanda me lo sono fatta da solo.
Ho visto tante partite a livello giovanile in questa stagione. Di ogni livello, per qualità e per età. E mi ha sorpreso vedere allenatori e giocatori protestare.
Una smorfia, una parola, poi una seconda, allargare le braccia e scuotere la testa.
Una protesta che contesta.
Una protesta che distrae da quello che è l’obiettivo di essere sul campo per rispondere alle sue esigenze e divertirsi.
Per capire una difficoltà, per celebrare una giocata singola e/o di squadra di qualità.
No. Proprio la protesta a livello giovanile non può esistere.
Non ci si può nascondere dietro qualcosa che è sempre accaduto. E’ umano.
No. E’ sbagliato.
Il prossimo anno a Trento, abbiamo pensato questa regola: al secondo tecnico in stagione, la squalifica di una giornata. Non comminato dal Giudice Sportivo. Ma decisa da noi.
In più anche il brontolare, il contestare una decisione comporterà un “cartellino giallo” da noi deciso.
No. Non vogliamo con le punizioni, formare. Proprio ne siamo lontani.
Solo uno strumento, spiegando e raccontando ogni giorno, quanto è bello stare sul campo.
Per giocare.
Non per mugugnare.
E anche per arbitrare.